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Rosario, l’arbitro della boxe “tifato” più di Neymar

Si può tifare per un arbitro. Se qualcuno aveva dei dubbi, se ne sono andati all’arena Carioca 6 dove si sono svolte le gare olimpiche di pugilato. Il protagonista si chiama Jones Kennedy Rosario, fa il giudice di boxe dal 1983, quando lasciò senza risultati apprezzabili la carriera di pugile e si dedicò a indossare la divisa bianca e il cravattino. Ora ha 50 anni e aveva cominciato l’Olimpiade di Rio con un po’ di delusione per non essere riuscito a portare in giro la fiaccola olimpica. Non avrebbe mai immaginato di vivere un’emozione in grado di riscattare alla grande il rammarico della vigilia. Fino a meritare il titolo di arbitro più “tifato” del mondo.

Dunque, seguiteci. Sul ring salgono Kamran Shakhsuvarly, che viene dall’Azeirbagian e vincerà per due a riprese a una, e Zhanibek Alimkhanuly, che è del Kazakistan. C’è un particolare che bisogna tenere presente: sul tabellone compare il nome dell’arbitro, Rosario, e la sua nazionalità, brasiliano. Si comincia e si nota subito qualcosa di strano: la temperatura del palazzetto non sale quando uno dei due porta un colpo o si esibisce in una finta che manda a vuoto l’avversario. Il boato più grande arriva quando l’arbitro separa i due e poi autorizza a ricominciare il match. E la storia si ripete, una, due, tre, quattro volte… A questo punto, il pubblico comincia a gridare: “juiz! Juiz! Juiz!”. Giudice! Giudice! Giudice! I brasiliani trovano un modo per divertirsi e inventare una novità forse assoluta: il tifo per l’arbitro.

Dopo il match, Jones Kennedy diventa una star. Sul web, i filmati del match con i boati del pubblico corrono da un lato all’altro del Paese. “Rosario meglio di Neymar”, scrive qualcuno mettendo a confronto l’acclamatissimo giudice e il giocatore di calcio più popolare del momento in Brasile. Lui racconta di essere stato fermato anche sul treno veloce concedendo a gran voce selfie e autografi. Ora lui vorrebbe raccontare tutto in un libro, un libro di consigli frutto delle tante esperienze vissute sul ring. Probabilmente sfrutterà la popolarità nata in quella corrida a sorpresa durante l’Olimpiade. Non c’è nulla di male, se lo merita. “Mi sono capitate tante cose nella vita, ma quest’emozione è stata davvero grandissima”.